E’ LA PRIMA VOLTA CHE UN PONTEFICE VISITA LA TERRA DI ABRAMO. SONO VENUTO COME PELLEGRINO
Al suo arrivo a Baghdad, Francesco ha scelto di incontrare vescovi, religiosi, seminaristi e catechisti nella Cattedrale di Sayidat al-Nejat (Nostra Signora della Salvezza), luogo che porta i segni delle sofferenze degli iracheni, in quanto teatro di due attacchi terroristici, estremamente sanguinosi. E’ stato accolto all’ingresso della Cattedrale da monsignor Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri, e dall’Arcieparca monsignor Ephrem Yousif Abba. Nel piazzale antistante la Cattedrale lo aspettavano inoltre 12 persone con disabilità che papa Francesco ha salutato con calore, impartendo loro la benedizione. Prima che il Papa entrasse all’interno della Cattedrale il Patriarca Younan e l’Arcieparca Abba gli hanno porto il Crocifisso e l’acqua benedetta per l’aspersione. Sono seguiti i saluti del patriarca siro-cattolico e del presidente dell’Assemblea dei vescovi cattolici dell’Iraq, Louis Sako. Quindi è stato il momento del discorso di papa Francesco. “Siamo riuniti in questa Cattedrale di Nostra Signora della Salvezza, benedetti dal sangue dei nostri fratelli e sorelle che qui hanno pagato il prezzo estremo della loro fedeltà al Signore e alla sua Chiesa. Possa il ricordo del loro sacrificio ispirarci a rinnovare la nostra fiducia nella forza della Croce e del suo messaggio salvifico di perdono, riconciliazione e rinascita. Il cristiano infatti è chiamato a testimoniare l’amore di Cristo ovunque e in ogni tempo. Questo è il Vangelo da proclamare e incarnare anche in questo amato Paese”. Sono le parole che papa Francesco nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad ha rivolto ai rappresentanti della comunità cattolica irachena, di fronte ai quali ha ricordato l’attentato di cui la chiesa è stata teatro nel 2010, che provocò 48 morti e un centinaio di feriti. Alla fine del suo discorso, Francesco è tornato sui “nostri fratelli e sorelle morti nell’attentato terroristico in questa Cattedrale dieci anni fa e la cui causa di beatificazione è in corso”. “La loro morte ci ricorda con forza che l’incitamento alla guerra, gli atteggiamenti di odio, la violenza e lo spargimento di sangue sono incompatibili con gli insegnamenti religiosi”, ha sottolineato, “E voglio ricordare tutte le vittime di violenze e persecuzioni, appartenenti a qualsiasi comunità religiosa. Domani, a Ur, incontrerò i Leader delle tradizioni religiose presenti in questo Paese, per proclamare ancora una volta la nostra convinzione che la religione deve servire la causa della pace e dell’unità tra tutti i figli di Dio”.