In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Il regno di Dio è come il seme che cresce…
C
on questa domenica, riprendiamo le domeniche del tempo ordinario. Riprendiamo il paragone di Gesù che oggi il vangelo riporta. Il Signore getta nel cuore il suo regno. La crescita è lenta come è lenta la crescita di ogni individuo. Una volta seminato nel cuore dell’uomo, misteriosamente il seme del regno si sviluppa da sé indipendentemente dalle nostre forze. In questo senso non possiamo dubitare del trionfo del regno di Dio sul male. Bisogna soprattutto non dubitare della realtà dell’azione di Dio nel mondo e nei nostri cuori. Gesù sa che il pericolo più grande per noi è quello di scoraggiarci, di abbandonare la via e di fermarci. Nel cuore di ognuno il Signore entra chiedendo il permesso. Per questo ci vuole tempo. Ognuno con il suo percorso, con le sue cadute e le sue ripartenze. Tante sono le vie che ci sono per arrivare a Dio, tante quante sono gli uomini. Il seme seminato in noi è una storia personale, che viviamo, coltiviamo o lasciare seccare, ed è solo quando il seme è coltivato che porta frutto, per divenire così pane da condividere, una fede che si trasmette, che accoglie l’altro, perché diventi con te, compagnia verso il regno dei cieli. Se nell’altare del nostro cuore non c’è la pazienza, verrà il vento a disperdere il sacrificio delle opere buone. Dove non si perde la pazienza, si conserva l’unità. Aver pazienza, lasciare che Dio entri nel nostro cuore e amare questo legame con Lui. Come riconoscere Dio nella nostra vita? Se esci dal tumulto delle cose esteriori, la tua anima si rasserena. Un’anima tranquilla è come l’acqua limpida in cui ci si può specchiare. Facciamo crescere il desiderio di questo amore completo di Dio. Dobbiamo desiderare il regno dei cieli, questa è la pace vera. Non la fine della sola sofferenza, non la fuga da questo mondo, ma la bellezza di una pienezza vera, di quella bellezza che rallegri pienamente il nostro cuore. È il desiderio di cercare Dio, la vera vocazione. Persino il peccato può divenire occasione di riconoscersi bisognosi di un amore più grande. Se ami Dio, trovi la strada in cui Lui si fa incontrare.
Don Marco