IV DOMENICA DI PASQUA

Dal Vangelo Secondo Giovanni 10, 27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

IL PASTORE CHE PARLA AL CUORE

L

e mie pecore ascoltano la mia voce… Una voce attraversa le distanze: il cielo non è vuoto. Perché le pecore ascoltano? Perché il pastore non si impone: quella voce parla al cuore rispondendo alle domande più profonde che sono nascoste nel profondo dell’io: il senso della vita, di me stesso, delle cose che faccio e di ciò che sono. E’ finalmente la risposta a tutti i perché che l’uomo si pone fin da bambino. Sapere il perché delle cose… Per questo la voce tocca ed è ascoltata: perché conosce cosa abita il cuore. Il Signore è colui che dice il tutto dell’uomo, che risponde ai perché ultimi dell’esistenza. Le pecore seguono il pastore perché si fidano di lui, perché le sue parole hanno il profumo dell’infinito. Seguono lui, cioè desiderano vivere una vita come la sua. Ascolta queste parole: Io do loro la vita eterna! Senza condizioni, prima di qualsiasi risposta, senza paletti e confini. La vita di Dio è data, seminata come un seme potente, seme di fuoco nella terra nera che si radica nella natura umana. Le vicende di Galilea, la tragedia del Golgota, le parole di Cristo non hanno altro scopo che questo: darci una vita piena di cose che meritano di non morire, capaci di eternità. Nessuno ci può strappare dalla mano del Padre. Gesù è il pastore della infinita tenerezza. Ricorda: tu sei amato e non sei strappabile dalle mani di Dio. Ci aggrappiamo forte a quella mano che non ci lascerà cadere, come innamorati cerchiamo quella mano che scalda la solitudine, come crocefissi ripetiamo: nelle tue mani affido la mia vita. Mani di pastore forte contro i lupi, mani che proteggono il mio lucignolo fumigante, mani sugli occhi del cieco, mani che sollevano la donna adultera a terra, mani sui piedi dei discepoli, mani inchiodate e poi ancora offerte: Tommaso, metti il dito nel foro del chiodo! Mani piagate offerte come una carezza perché io ci riposi e riprenda il fiato del coraggio.

Don Marco