BATTESIMO DEL SIGNORE

Dal Vangelo di Matteo 3, 13-17

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

LA VOCE DI DIO

I

l Vangelo di questa domenica, vede Gesù che si avvia al Fiume Giordano per farsi battezzare da Giovanni il Battista, il quale però voleva impedirglielo perché si sente indegno e fa presente che è lui che ha bisogno del Suo battesimo e non viceversa, «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? (Gv 3, 14)». Gesù si mette in fila con i peccatori pur essendo senza peccato. Quante volte anche noi ci siamo trovati a fare la fila.. davanti a uno sportello o in attesa del medico sentendoci dei semplici numeri, fragili e inadeguati? La nostra inadeguatezza e fragilità è evidenziata anche da Gesù quando comincia la sua vita pubblica al Giordano, e tutto questo non per “pubblicizzarla” quanto piuttosto per condividerla. Egli si mette in fila con i peccatori, in fila come l’ultimo degli ultimi, perché nessuno lo senta lontano e nessuno si senta escluso dal Suo amore. Gesù appare fuori posto, tanto che Giovanni non capisce, si ritrae dal doverlo battezzare. Ma Lui gli spiega che questo è l’ordine giusto delle cose, perché si adempia la nuova giustizia. Gesù non viene a “spezzare la canna incrinata” e a giudicare, ma viene a fare il bene risanando tutti coloro che stanno sotto il potere delle tenebre riportandoli alla dignità dei figli di Dio, come è avvenuto a noi attraverso il battesimo. L’aprirsi dei cieli e la discesa dello Spirito Santo, è avvenuto anche per noi: Dio Padre ci ama come ama il figlio Gesù con la stessa intensità, la stessa passione e lo stesso slancio. Ognuno di noi è figlio suo, prediletto; ciascuno dunque, pur nella sua fragilità, ha in sé il respiro del cielo, il soffio di Dio che lo avvolge, lo modella, gli trasforma i pensieri, le parole, gli affetti e lo fa simile a sé, facendoci prendere coscienza che la voce di Dio è dentro di noi e ci ripete: «Figlio Io Ti amo cosi come sei, vai avanti!», questo ci deve dare la forza e la speranza che non siamo soli nei momenti di buio.

Don Nicola