Dal Vangelo di Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
IO SONO MITE E UMILE DI CUORE
N
el Vangelo di questa domenica Gesù ci mostra un importante aspetto dello stile di Dio. Infatti, Dio scommette su persone che il mondo ritiene non adatte. Il mondo ci mostra un’ immagine di uomo, che combacia con il superuomo, dove anche Dio risulta facoltativo e alcune volte non necessario per vivere felici. Invece Gesù si palesa come unico modello su cui fare affidamento e su cui puntare tutta la propria vita. Il Maestro ci illumina dicendo: “imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”. Il vero vincitore quindi, non è chi umilia l’avversario ma, è colui che ha pietà anche verso le persone meno degne di tale sentimento. In quest’ottica si comprendono meglio le parole di Gesù. In questo senso sono profetiche le parole di Benedetto XVI quando affermava:“ giustizia è dare all’altro quello che è suo. Amare è dare all’altro ciò che è mio”. Questa mentalità, che ci apre in modo agapico verso l’altro, non è automatica ma deriva da un dialogo autentico con il Signore. Le persone più semplici ed umili comprendono con più facilità l’importanza di condividere e donare quello che si ha con gli altri. In conclusione, anche oggi, il Signore ci invita a riflettere sulla nostra vita per cercare sempre il meglio per noi e per i nostri fratelli, che ci circondano, non giudicando dall’apparenza ma guardando tutto e tutti con lo stesso sguardo di Dio.
Don Thiago