XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Vangelo di Marco 10, 35-43

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e disse loro:
«Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.
Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

SERVIRE E’ REGNARE!

La logica del vangelo che Gesù annuncia non coincide, anzi spesso sembra agli antipodi di quella terrena. I vangeli di queste domeniche ne offrono una chiara dimostrazione: dopo le dinamiche dell’amore e l’uso dei beni materiali, ecco oggi la “rivoluzione” enunciata a proposito del potere, che tanto fascino esercita su tanti. Il desiderio di potere nasce dall’ambizione di emergere, o dal perverso piacere di piegare gli altri al proprio volere, o dalla presunzione di essere migliori, più capaci degli altri: e quando queste sono le radici, il potere è deleterio, perché provoca umiliazioni, rancori, ingiustizie, rivolte. Da una simile concezione non erano esenti gli apostoli: lo manifesta il vangelo di oggi. Malgrado gli insegnamenti e gli esempi offerti da Gesù, essi continuavano a considerarlo un Messia politico. I due fratelli Giacomo e Giovanni un giorno gli presentarono la richiesta di poter sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”; vale a dire, nel regno che stai per ricostituire, vogliamo essere i più importanti dopo di te. A tale richiesta gli altri dieci si indignarono: non perché fossero migliori e avessero compreso la reale natura della missione del Maestro, ma per gelosia, per altrettanta ambizione, che non ammetteva la sottesa discriminazione nei loro confronti. Di qui l’insegnamento di Gesù, che enuncia una regola inaudita e pone se stesso come modello, esplicitando anche su questo punto il senso della sua missione. L’autorità dunque non come potere ma come servizio, per il bene comune; un servizio che comporta la rinuncia alle ambizioni personali, il dono di sé, e se occorre anche il sacrificio. L’autentica grandezza sta nel servire, cioè nel cercare non il proprio bene, disposti a tutto, persino a dare la vita. Questa logica, da quando Gesù l’ha enunciata, non è rimasta senza seguaci: come mostrano regolarmente i santi, come tanti sacerdoti, frati e suore, o chi si dedica al volontariato. Questi sono gli attuali discepoli di Gesù che hanno compreso la logica del servizio: servire è regnare!

Don Marco