XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

DAL VANGELO SECONDO Giovanni 6, 24-35

« Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Solo Dio basta.

L

a lettura del 6° capitolo del Vangelo di Giovanni, ci ha condotti a riflettere sulla moltiplicazione del pane e sull’invito che Gesù rivolge a quanti aveva saziato di darsi da fare per un cibo che rimane per la vita eterna. Il segno è basato sulla condivisione dei beni che si moltiplicano se trovano un cuore grande capace di donare e donarsi. Invece la folla si ferma solo sul vantaggio ottenuto. Ma Gesù va sempre oltre. Dio dona molto di più: dona tutto se stesso. Confidando in Lui nulla ci mancherà. Santa Teresa d’Avila diceva: “nulla ti turbi, nulla ti spaventi, solo Dio basta”. Non cerchiamolo solo perché esaudisca le nostre richieste anche nobili o risolva al posto nostro i problemi che abbiamo. Egli agisce sempre per il nostro bene anche se non lo comprendiamo. A volte rimaniamo delusi: “ho tanto pregato ma Dio non mi ha esaudito”. Quindi si afferma l’idea di un Dio che ci sia utile, non che ci sia necessario. Ma se non cogliamo questa differenza non sarà possibile una relazione autentica con Lui che possa sfamare i nostri più profondi desideri: la fame di verità, di giustizia, di amore, di pace, di bellezza; ma, soprattutto, fame di Dio. È Lui, il Padre celeste, che ci dona il vero pane! Questo pane, di cui abbiamo bisogno, è anzitutto il Cristo, il quale si dona a noi nei segni sacramentali dell’Eucaristia. Gesù parla di sé come del vero pane disceso dal cielo, capace di mantenere in vita non per un momento o per un tratto di cammino, ma per sempre. Lui è il cibo che dà la vita eterna, perché è il Figlio unigenito di Dio, che sta nel seno del Padre, venuto per dare all’uomo la vita in pienezza, per introdurre l’uomo nella stessa vita di Dio. Il cammino della nostra vita, tracciatoci dall’amore provvidenziale di Dio, è misterioso, talvolta umanamente incomprensibile, e quasi sempre duro e difficile. Illuminato dalla luce divina diventa percorribile e sicuro. Amiamo Gesù il pane celeste! Non contiamo solo su noi stessi. Sant’Agostino, ci dice: «il Signore… affermò di essere il pane che discende dal cielo, esortandoci a credere in lui. Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in lui. E chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come in modo altrettanto invisibile rinasce [a una vita più profonda, più vera], rinasce di dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo»

Don Marco