Dal Vangelo Secondo Luca 15,1-3.11-32
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.
TORNATE A ME CON TUTTO IL CUORE !
I
l Vangelo di oggi, una pagina di straordinaria tenerezza, ci insegna che la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce rinasce la gioia. Questo è il momento di dire a Gesù Cristo: Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta tra le tue braccia. Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti. Passare dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dall’indifferenza alla gioia di amare e incontrare Gesù, da una preghiera copiata dai libri a un colloquio intimo, personale e confidenziale con Gesù, che cambia la nostra solitudine in presenza luminosa e riempie il nostro cuore di speranza e di pace. Contrariamente, senza un incontro personale con Lui, senza momenti prolungati di adorazione, di ringraziamento, di dialogo intimo e sincero con il Signore, facilmente ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, mentre il fervore si spegne, con il pericolo di ricadere nuovamente nel pantano del peccato e della lontananza da Dio.
Camminiamo insieme?
Seminiamo sul terreno del nostro cuore la gioia dell’incontro con il Signore e impariamo a celebrare insieme questa gioia! Domandiamoci: come possiamo fare affinché le nostre celebrazioni siano sempre più segno della gioia di stare con Signore e nella comunità? Cosa è bello e necessario celebrare anche oggi nella storia personale, in famiglia, in Parrocchia, nella società civile?
Don Marco