XXVI Domenica del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Matteo 21, 28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio».

NON CHI DICE SIGNORE, SIGNORE ENTRERÀ NEL REGNO…

I

due figli simboleggiano le due categorie in cui l’umanità secondo il pensiero religioso del tempo era divisa: da una parte gli eletti appartenenti al popolo di Dio, i quali risposero di sì alla chiamata di Dio, ma solo a parole; dall’altra i pubblicani e le prostitute che con i fatti rispondono all’appello del Signore di convertirsi, cambiando radicalmente il loro modo di vivere e di pensare. Essi precedono così i farisei che, essendo convinti di essere nel giusto, credono di non aver bisogno di conversione. Tutto il messaggio biblico è un accorato invito di Dio all’uomo peccatore perché si allontani dal male e ricerchi il bene, incamminandosi nella via della giustizia. E’ bello il brano biblico che ci invita a cercare il Signore espresso dal profeta Amos: “Cercate il bene e non il male, sicchè possiate trovare la vita. odiate il male, fate il bene…” (Am 5,14). Gesù è venuto per chiamarci al cambiamento del cuore. Perche questo messaggio di conversione non rimanga senza risposta deve trovare un cuore ben preparato; è necessario che cada in cuori che, consapevoli delle loro mancanze, camminando nella giustizia, cerchino sinceramente Dio. Tali si mostrarono i pubblicani e i farisei. Però dobbiamo fare attenzione. Gesù non applaude al loro modo di vivere, ma coglie la loro capacità di cambiare. Egli vuole smascherare o per lo meno mettere in guardia quei gruppi che all’interno della sua comunità si accontentano di una dichiarazione verbale e teorica della loro fede. Il secondo figlio, che solo a parole accetta di andare nella vigna e di fatto non compie la volontà del Padre assomiglia a quelli che dicono: “Signore, Signore…” ma non fanno la volontà del Padre. Invece gli autentici discepoli che costituiscono la nuova comunità di fratelli e figli sono quelli che mettono in pratica la parola del Vangelo e obbediscono al Padre per amore e non per compiacerlo. Essi hanno scelto la via della vita.

Don Marco