Dal Vangelo secondo Matteo 21, 1-14
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali».
IL SIGNORE CHIAMA SEMPRE, CHIAMA TUTTI!
S
i sposa il figlio del re; gli invitati però non vogliono partecipare e cominciano trovare dei pretesti: hanno degli impegni, degli affari da concludere, non hanno tempo da perdere in banchetti e feste. Cosa insegna questa parabola? Dio è come uno che organizza una festa, la migliore delle feste, e ti invita, e mette sul piatto le condizioni per una vita buona. La vita è una continua ricerca di felicità e Gesù ne possiede la chiave. Ma nessuno va alla festa e la sala è vuota. Il re non si da per vinto ed invia i servitori a cercare per i crocicchi, nelle periferie, uomini e donne di nessuna importanza. Il Signore è sempre alla ricerca di chi gli risponde con un sì pieno e senza ripensamenti. Come ha dato la sua vigna ad altri viticoltori, nella parabola di domenica scorsa, così darà il banchetto ad altri invitati, anche se sono gli ultimi della società. Il Signore non guarda l’apparenza ma il cuore. I servi partono con un ordine illogico: tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze. Non chiede niente, dona tutto. È bello questo Dio che, quando è rifiutato, anziché abbassare le attese, le innalza: chiamate tutti! E dai molti invitati passa a tutti invitati, dalle persone importanti, o che si ritengono tali, passa agli ultimi della fila: fateli entrare tutti, cattivi e buoni. Il re entra nella sala è l’immagine di Dio che bussa al cuore ed entra quando gli si apre la porta. Egli entra nella nostra vita di tutti i giorni. Noi lo pensiamo lontano e invece è qui con noi, come uno cui sta a cuore la mia gioia, e se ne prende cura. Un ultimo quadro del racconto: un invitato non indossa l’abito delle nozze. E lo fa buttare fuori. Ha invitato mendicanti e straccioni e si meraviglia di uno senza l’abito nuziale! L’abito non è quello indossato, è un vestito nel cuore. È un cuore che desidera credere, che è chiamato ad essere bene in un mondo di male. Fin dall’inizio Dio ha chiamato, non si è dato per vinto, nel buio di un mondo che gli dice di no, egli trova sempre qualcuno che risponda alla domanda: “ chi andrà per noi” con un “Eccomi” gioioso.
Don Marco