VI Domenica del Tempo Ordinario B

Dal Vangelo di Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».

SE VUOI

Gesù stava andando per tutta la Galilea quando all’improvviso arriva un lebbroso. Per capire occorre rileggere nel Levitico in quale condizioni i lebbrosi dovevano vivere: emarginati, senza diritti, malvestiti e lontano da tutti. È la pelle di quegli uomini a generare l’emarginazione. Non dissimile è la situazione di molti braccianti agricoli sfruttati e disumanizzati o di tanti stranieri la cui presenza disturba tanto che soltanto a vederli muove ansia e preoccupazione, a meno che non ne abbiamo bisogno diretto. «C’è un’indole del rifiuto che ci accomuna, che induce a non guardare al prossimo come ad un fratello da accogliere, ma a lasciarlo fuori dal nostro personale orizzonte di vita, a trasformarlo piuttosto in un concorrente, in un suddito da dominare. Si tratta di una mentalità che genera quella cultura dello scarto che non risparmia niente e nessuno: dalle creature, agli esseri umani e perfino a Dio stesso. Da essa nasce un’umanità ferita e continuamente lacerata da tensioni e conflitti di ogni sorta» «una cultura che rigetta l’altro, recide i legami più intimi e veri, finendo per sciogliere e disgregare tutta quanta la società e per generare violenza e morte» (Papa Francesco 12.1.2015). Gesù ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». È la compassione che fa tendere la mano; al movimento interiore segue il movimento esteriore. Poi lo toccò. Gesù toccò colui che era intoccabile non curante delle regole. E lo mandò via, con tono severo, ordinandogli di non dire niente. Perché Gesù non compie miracoli per qualche altro fine o per avere successo, neppure per convertire qualcuno. Lui guarisce il lebbroso perché torni integro, perché sia restituito alla sua piena umanità e alla gioia degli abbracci. È la stessa cosa che accade per ogni gesto d’amore: amare «per», farlo per un qualsiasi scopo non è vero amore. Gli uomini e le donne hanno che hanno preso il Vangelo sul serio e hanno toccato i “lebbrosi” del loro tempo, testimoniano che fare questo porta con sé una grande felicità.

Don Marco